I nostri Amati Faccialibri Guardiani della Morale mi hanno sospeso l’account per gli scorsi tre giorni. Era già seconda volta, quindi, per educarmi, a questo giro doveva essere di più delle iniziali 24 ore.
La storia invece si è ripetuta sempre allo stesso modo: scrivo un commento veemente/sarcastico, qualche coraggioso democratico, di quelli che parlano spesso di Onore e combattenti, lo segnala ai Guardiani, dopodiché un algoritmo o qualche alacre Faccialibro Guardiano, che ha certamente un QI maggiore dell’algoritmo, decide che ho violato i ‘community standard’. Presumibilmente sulla base di parole chiave tipo nero in versione non polite, non importa se usate in chiave sarcastica per attaccare contenuti o persone fascisti e razzisti, i quali, come avrete notato, sono in netto aumento nel mondo on line e off line. Posso solo presumere che le cose siano andate così, dato che gli Amati Faccialibri Guardiani della Morale sono perfetti, quindi non c’è ragione di fornirti i chiarimenti richiesti tutti i giorni per varie settimane, circa quale violazione dei community standard avrei commesso esattamente.
Non dovrei lamentarmi troppo, considerando che sono in ottima compagnia.
A proposito, Facebook sta contribuendo mica poco all’ascesa di neofascismo, populismo e fake news in tutto il mondo, non solo perché la polarizzazione e l’estremismo suscita emozioni, le emozioni promuovono la viralità dei contenuti e tutto questo porta pubblicità e soldi a Facebook, ma anche perché considerano qualunque fanatismo, espressione di posizioni fasciste e di estrema destra come ‘libertà di espressione’, anche in paesi dove questo sarebbe vietato (e parlo di Germania o Italia, mica di Cuba o Cina).
Come se non bastasse, i nostri Amati Guardiani stanno mantenendo un social network sicuro e piacevole attraverso una serie di manipolazioni, filtri, censure, che la maggior parte di noi amati sudditi tenuti tenuti all’obbedienza non immaginiamo neanche. Per esempio, da diverso tempo danno priorità alle ‘interazioni con gli amici’ nell’elencare gli ultimi contenuti. Ovvero, non hanno nemmeno provato ad affrontare i seri limiti che hanno come agorà, come spazio collettivo dove poter condividere il dibattito politico e riappropriarci della partecipazione democratica. Al contrario, hanno deciso di promuovere ancora più individualismo e disimpegno, promuovendo il loro strumento di comunicazione come mezzo per scambiarsi informazioni mooolto interessanti, tipo gattini divertenti o cosa si è mangiato per cena, argomenti di sicuro interesse per i vostri amici intellettualmente più vivaci e brillanti (avete notato quanti amici intellettualmente vivaci e brillanti danno segni di apprezzamento dei gattini o delle vostre cene?)
E’ per questi e altri motivi che sto per provare qualche approccio diverso nella mia relazione con questo grandioso strumento.
– Cercherò di usarlo meno, soprattutto per quel che riguarda il commentare post in giro. Comunque avevo già intenzione di farlo, per privilegiare il leggere allo scorrere, lo scrivere riflessioni più lunghe ed informate alla compulsione tossica di pubblicare il primo inutile commento a caldo su qualunque cosa accada nel mondo. Non credo che me ne uscirò del tutto, almeno per ora, dato che Facebook di fatto è diventato un aspetto fondamentale delle nostre vite sociali e abbandonarlo equivarrebbe a recludersi di fronte al dispiegamento della polizia politica nelle piazze. Non sarebbe una strategia molto brillante, frequentare comunque le piazze è più rischioso, ma meno arrendevole.
– Proverò a pubblicare gattini, pasti, vacanze (vere o sedicenti) e roba del genere. Dopo tutto, questo è il genere di grande libertà che Facebook promuove, no?
– Rimetterò in piedi il mio vecchio sito personale (per il momento, quello che state leggendo) e mi concentrerò sull’usarlo come principale mezzo di personale espressione e contatto on line. Potrei provare una delle tante piattaforme esistenti (mi piace come funziona Medium), ma sono tutte quante come Facebook: potere assoluto di decidere i contenuti che l’utente può pubblicare, senza nessuna mediazione da parte di una autorità, che (almeno) eserciterebbe un potere assegnatogli da una legge decisa democraticamente. Per dirla meglio, stiamo delegando la libertà di espressione a poche enormi multinazionali (peggio, ai loro brillanti algoritmi e ai loro ancor più brillanti guardiani), senza che nessuno sembri accorgersene. Individualmente non ci posso fare molto, ma non ho intenzione di non fare nulla.
– Gli ultimi due punti sono correlati: in sostanza, vorrei sperimentare modi di aggirare i nostri Amati Faccialibri Guardiani della Morale. In fondo, hanno così tanto da lavorare per garantirci un posto sicuro e piacevole, dove non puoi attaccare fascisti che non vengono mai censurati, o dove l’allattamento umano è considerato pornografia, quindi voglio fare la mia parte e cercare di non disturbarli senza motivo. Il che implica trovare maniere di raggiungere le loro piazze digitali e, allo stesso tempo, non attirare l’attenzione della loro polizia politica (soprattutto in considerazione del citato fatto che questa è in parte composta da soft robocop, i quali, francamente, non sembrano particolarmente smart, ed in parte è costituita da esseri umani che non sono sicuro passerebbero il test di Turing).
– Infine, è un triste fatto che io, come potenzialmente chiunque altro, debbo essere pronto all’eventualità di essere bandito da Facebook. Lo so, i nostri Amati Guardiani lavorano duramente per costruire un posto sicuro e piacevole, e mi puniscono perché sono cattivo, lo merito e devo essere educato. Ma non ce la faccio, non sono uno che accetta i soprusi molto facilmente, che questi vengano da fascisti, razzisti, arroganti pseudoscienziati, un algoritmo o un essere umano che non sembra usi molti più neuroni di un algoritmo. Quindi, amici miei, vi raccomando di contattarmi anche su altri mezzi, come Twitter, LinkedIn, Hangout, Telegram. Soprattutto, scrivetemi a nome.cognome at gmail.com, farò il possibile per inservi in una mailing list di aggiornamenti (opt-in, opt-out, poco traffico, e tutte le cose corrette del caso).
A proposito, mi spiace che non posso ringraziare il coraggioso che ha segnalato il mio profilo, perché ha anche bloccato ogni possibilità di contatto, ed inoltre, uno così è così importante per la mia vita, che non mi ricordo più come si chiama. Amico mio! Ti sono grato, perché mi hai ricordato che non tutti sono fortunati come me ad avere anche una buona e appagante vita privata. Ti sono grato anche perché i tuoi gentili e onesti commenti sui volontari e le ONG che si occupano di immigrati (soprattutto quelli che ricorrevano a parole come ‘ladri’ e ‘vigliacchi’) mi hanno ricordato di donare ad Open Arms, perché in questa fase storica di ritorno alla barbarie, bisogna assolutamente resistere, e bisogna farlo con atti concreti.
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