Antirazzisti da diporto [Italian]

[Selfie with boat people]Dunque, sulla nave della Speranza c’erano i parlamentari del PD.

Anche se in questo momento servono tutte le azioni di lotta contro la barbarie, non riesco a digerire l’ipocrisia dei traditori. Non si può dimenticare che Del Rio, Orfini, Faraone (Minniti, di grazia, ha avuto il pudore di rimanere nell’ombra) non rappresentano l’alternativa che c’era prima dell’attuale governo di neofascisti. Perché ne sono i vergognosi precursori.
 
Sono loro che hanno portato fin dentro alle istituzioni la politica della criminalizzazione delle ONG che prestano soccorso ai migranti. Loro hanno voluto una commissione di inchiesta che ha finito col raccomandare il blocco dei corridoi umanitari gestiti dalle organizzazioni sociali. Loro hanno voluto obbligare le ONG ad accettare poliziotti armati a bordo, sulla base dell’insinuazione che “imbarcano i terroristi”, una delle tante boiate propagandistiche di questi anni, finite in vacca nei tribunali, ma mai scomparse dall’incarognito dibatto pubblico. Loro, con la complicità del resto d’Europa, hanno fatto accordi con gli aguzzini libici e la Turchia, perché nascondessero sotto al tappeto i disperati, soprattutto in campagna elettorale, facendo finta che il tappeto non fosse quello delle bande armate, dei carceri dove si praticano torture e stupri, quello degli arbitri e dello spregio dei diritti. Loro hanno sdoganato il razzismo e l’odio verso i poveri a sinistra, e lo hanno fatto come parte integrante di un’opera, tanto ottusa quanto vigliacca, di smantellamento dei valori e delle ambizioni della sinistra, per candidarsi ad un indefinito ruolo centrista, che pensa e fa le stesse cose scellerate che pensano e fanno gli ultraliberisti, però cercando, molto inutilmente, di infiocchettarle un po’, di renderle meno schifose, di far credere che “non c’è alternativa alle destre”.
 
Così siamo arrivati all’attuale ritorno della barbarie, nel quale chi aiuta i bisognosi viene arrestato tra invocazioni di stupri e altre porcherie. Ci siamo arrivati con lo scimmiottamento della destra, che ha vergognosamente abdicato alla necessità di ripensare decenni di ultra-liberismo selvaggio, promosso e governato da destra e da “sinistra”, al disastro a cui questo ha condotto l’Occidente e, soprattutto, alla necessità di opporvisi, rilanciando una solida visione progressista, capace di conciliare la tutela delle conquiste del passato con la promozione delle opportunità di innovazione e valorizzazione delle persone, offerte da globalizzazione ed economia dei saperi. 
 
Se invece scimmiotti la destra, per miopia e pavidità, gli elettori non sono sempre scemi e alla fine, tra chi, come certamente il sottoscritto, ti odia ferocemente per essere stato spudoratamente tradito, chi preferisce l’originale alla brutta copia, e chi nella vita non ha mai visto altro che le facili chimere della narrativa fascistoide del nuovo vecchio sovranismo, alla fine finisci col perdere valanghe di voti e cedere il governo a quelli che pretendevi di arginare, ai quali invece hai colpevolmente spianato la strada e preparato il terreno.
 
Oggi, dopo questa triste e devastante parabola politica, fanno gli antirazzisti da diporto e salgono sulle navi delle ONG, le stesse contro le quali davano addosso anche loro fino a ieri. Certo, ora siamo in guerra e questi sporchi neofascisti che ci ritroviamo al governo vanno combattuti senza fare troppo gli schizzinosi coi compagni di trincea che ci capitano.
 
Ma sarebbe un passo avanti se sulla Sea Watch ci salissero prima di tutto per chiedere scusa. Anche fare pace con se stessi prima di andar per mare non sarebbe male.
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