(Recupero dai social, originariamente pubblicato il 17/7/2018)
Prendi la necessità di dover acquistare un comune elettrodomestico, tipo una macchina per il caffè.
Due negozi di zona, non negozietti, negozi di note catene: prezzi dai 450 agli 800, commessi incompetenti ("eh questa c’ha più elettronica, quindi è più precisa"), nessuna possibilità di restituzione a parte i casi coperti da garanzia ("Restituziò?! Ma che sta a scherzá?! E che facimo lu jocu de le tre carte?!").
On line: prezzi da 300 a 600, recensioni, domande e risposte a cui rispondono anche i venditori, spedizione gratuita, restituzione per qualunque motivo entro 40 giorni.
Vediamola in positivo: se qualcuno volesse mettersi a gestire un negozio nella maniera in cui si fa nel 2018 dopo Cristo, conoscendo il marketing, con vendita in sede ed on line, con sito in inglese e puntando anche a turisti ed estero, prodotti in prova e restituibili, molta assistenza fatta di persona, che sarebbe un vantaggio competitivo sull’on line, soprattutto se ti rivolgi ad anziani che non vanno su Internet, e che invece sono il primo target che i bottegai paraculi infinocchiano senza ritegno, se uno volesse mettere su un business così, tra qualche anno troverà una prateria, dato che un mare di bottegai medievali ancora in giro presto andranno in bancarotta, e lo faranno facendo la lagna che è colpa di Amazon, della globalizzazione, dell’Europa, dei cinesi, degli immigrati, del PD, di chiunque, tranne che del fatto che non sanno mettere in piedi un congiuntivo e Internet la usano per mettere le fotine su Facebook e condividere i post dell’indinniazione.
A proposito, la macchina del caffè arriva giovedì.