Presepi crociati, riassunto delle puntate precedenti [Italian]

[Presepe di migranti sui barconi]
 

Padroni a casa nostra

A quanto pare, in Italia ci sono 1 milione di mussulmani, 36mila ebrei, 100mila buddisti e 100mila induisti, ben 4 milioni di non religiosi. Non saprei quanti di questi sono italiani, nati in Italia, di cittadinanza italiana, spesso da molte generazioni, ma a naso direi che ne sono un bel po’.

Padroni a casa nostra/2

Qualcuno ipotizza che Cristo venne condannato a morte dai Romani, su richiesta del potere ecclesiastico, dopo l’episodio della cacciata dei mercanti dal tempio, ovvero dopo quello che viene interpretato come un aperto e violento atto di ribellione contro il potere costituito. Quale potere? Quello dell’Impero Romano, che colonizzava e occupava le terre di Cristo. Perché Cristo viveva in Palestina, era ebreo, si occupava della riforma dell’ebraismo, la ’tradizione cristiana’ è una invenzione dell’occupante, che pensò bene di fare leva su quello, per fronteggiare il declino dell’Impero. Insomma, la ‘casa nostra’ di Cristo è molto più la casa di un siriano o di un palestinese, di quanto non lo sia per noi eredi della lupa e dei crociati.

Padroni a casa nostra/3

Stando alle sacre scritture (che in buona parte sono mitologico-fantasiose, ma vabbeh), Cristo nacque mentre la sua famiglia fuggiva dalla persecuzione politico-religiosa del regno di Erode. Praticamente, era un clandestino. Tanto più che nacque in una capanna, probabilmente un luogo fatiscente e indecoroso, probabilmente occupato abusivamente. Il genere di posto verso il quale oggi si invocano le ruspe. I primi non pezzenti che andarono a rendere omaggio alla Sacra Famiglia furono i Re Magi, cioè dei persiani, pagani, arabi provenienti dall’attuale Iran. Stando alle rappresentazioni più comuni, uno di loro era pure quello che certi ‘padroni a casa nostra’ definirebbero, col tatto che li distingue, ‘negro’.

Tradizioni cristiane, gender, famiglia

Cristo nacque da una coppia di fatto, tramite fecondazione eterologa. Da adulto, salvò una prostituta dalla lapidazione e ne fece una dei suoi più ferventi seguaci.

Padroni a casa nostra/4

Scusate, ma quale casa nostra?! Io, come qualche altro milione di italiani, da ‘casa nostra’ sono stato spinto a fuggire, e non ho molte speranze di tornarci, a ‘casa nostra’. Casa nostra, quale? Quella nella quale gli inquilini rubano 150 miliardi di euro l’anno dalla cassa comune, sotto forma di evasione fiscale? Oppure quella in cui si costruisce sul greto dei fiumi e si getta la monnezza in giro per i campi, fottendosene della legge e degli altri padroni a casa nostra, attendendo l’ennesimo condono che sarà l’ultimo, e facendo i piagnoni alla piove-governo-ladro, quando si scopre che, pensa un po’, se diluvia, il fiume ti allaga casa, e non glie ne frega niente di te che vuoi fare il padrone scellerato a casa tua. Oppure, padroni di educare i figli con le peggio cose da strapaese, mandandoli a scuola con la carta da cesso nello zaino, insegnandogli la tradizione del presepe, mentre si nega il pranzo ai figli di chi non riesce a pagare la quota mensa? E poi, Rozzano casa nostra?! Ma se di Rozzano non è mai fregato una mazza a nessuno, e quando dici Rozzano, magari parlando degli eroi che da quelle parti si occupano del sociale e fanno volontariato, ai più vengono in mente solo i casermoni, i quartieri dormitorio, dove vivono gli sfigati, porta a porta con mafiosi e terroni.

Canzoncine

E poi diciamola tutta: oltre che di Rozzano, ne ve ne fotte un emerito nemmeno delle canzoncine. Se non fosse il timore di traumatizzare il marmocchio, non andreste mai a buttare il vostro tempo a sopportare scempi canori, mentre il collega giovane, single e fighetto, o la collega giovane, single e tettona, chiude il progetto al posto vostro e vi frega cliente e bonus di fine anno. Come pure, se non fosse per quieto vivere, non ve ne potrebbe fregare di meno di sbattervi fino al 25 mattina per trovare regali improbabili, che gli altri mostrano di gradire solo per buona educazione, la stessa identica, ipocrita, motivazione che avete voi. E voi, con queste basi, pretendete di brandire i marmocchi e le canzoncine, per irretire dei mussulmani che hanno già dichiarato che, per loro, potete cantare quello che vi pare, e la cui religione prevede, come principale rituale, un mese di digiuno durante le ore solari, invece che grandi abbuffate, precedute da vigilie non meno luculliane.

Le nostre tradizioni cristiane

‘Se a qualcuno non sta bene, se ne torni da dove è venuto, noi vogliamo insegnare ai figli a cantare Jingle Bells e i canti della tradizione cristiana del Natale’ Sentita in non mi ricordo quale contentitore nazional-popolare della mattina di RAI 1. E vabbeh. Jingle Bells proviene dalla celebrazione di una vittoria politica degli oppressi dagli europei (venne inizialmente scritta in occasione del giorno del ringraziamento americano), il panzone vestito di rosso è una rielaborazione commerciale di una tradizione che mescola elementi della mitologia pagana del nord Europa al culto di San Nicola. Ma noi si insegna le ‘tradizioni cristiane del Natale’. Immagino che, per imparare come stanno le cose, ci tocchi sperare nell’auto-didattica, in Wikipedia e nella Settimana Enigmistica. Del resto, se la difesa del cristianesimo è lasciata in mano ad uno come Salvini, perché una invasata di Rozzano non dovrebbe urlare, a favore di telecamera, difendiamo Jingle Bells e la Sacra Patria?

Tradizioni cristiane/2

Ma anche a saper distinguere tra cristianesimo, paganesimo, marketing e folklore più o meno sobrio, quali tradizioni cristiane difendete esattamente? Per carità, io sono nato in una cittadina di origine medievale, che ha più chiese che abitanti, tutte di grande valore artistico, tra i ricordi più cari della mia infanzia ci sono le feste di carnevale in parrocchia, ‘Cristo era socialista’ è una delle prime battute che ha incontrato la mia formazione politica. Dopodiché, se volete parlare di tradizione, non è che vi interessa fare qualche chiosa su Torquemada, Giordano Bruno, Galileo, i conquistadores? Non è che vogliamo ripassarci un po’ di storia, e ricordarci che l’olocausto non fu l’invenzione di un pittore fallito, ma l’epilogo di secoli di persecuzione antisemitica da parte dei cristiani, persecuzione che è tra gli aspetti della tradizione cristiana di cui dovremmo vergognarci maggiormente? Oltre al cinepanettone, vogliamo guardarci qualche film tipo The Magdalene Sisters, o Philomena, e vedere un po’ se non c’è da rivedere qualcosa di quelle concezioni culturali?

Tradizioni cristiane/3

A me piace ancora il presepe, anche se non sono credente. Evoca la mia infanzia, gli stivaloni infilati per andare alla ricerca del muschio negli angoli che mi indicava mio padre, il camino acceso e il pomeriggio passato con mia madre, che accartocciava le ‘rocce’ della carta da pacchi, e spruzzava la neve al sapore di farina. Oggi ho scoperto una cosa fantastica: che più o meno in quegli anni, alcuni preti, nel presepe piazzavano i carri armati, per sottolineare la distanza tra la tradizione cristiana e la guerra, quella in Vietnam in particolare. Ecco, recuperare il senso del cristianesimo, facendo il presepe, mi sembra tra le cose migliori da ricavare da queste tristi polemiche. Il presepe fatto da quelli che ne hanno voglia, rispettando quelli che non ne hanno. Il presepe fatto da quelli che sanno che cosa significa realmente, e tengono molto di più a praticarne il suo significato nella vita, piuttosto che brandire istericamente vuoti pupazzetti, o farsi brandire elettoralmente come vuoti pupazzetti, a difesa di una identità propagandistica, gretta, chiusa, rabbiosa e, come si è visto, anche profondamente posticcia ed ignorante. Il presepe fatto insieme ai bambini figli di immigrati, con le tende dei campi profughi, al posto della capanna, i barconi dei richiedenti asilo, al posto dei pastorelli, maestri di strada, pescatori siciliani e volontari dei centri di accoglienza, al posto di fabbri e lavandaie, imam accanto a rabbini e preti, al posto dei Re Magi (se non vi dispiace, in particolare, io voto per una statuina con le fattezze di don Andrea Gallo). Presepi che attualizzino e rappresentino la migliore tradizione cristiana, buona parte della quale io, da ateo e socialista, ho l’impressione di condividere di più di quanto non facciano tanti ‘cristiani’. Che poi, gli aspetti del cristianesimo a cui alludo, sono anche la migliore tradizione di altre religioni.

 
Insomma, in risposta al presepe crociato, io proporrei di fare il presepe cristiano. Non fosse mai che chi si proclama cristiano con così tanta, inquietante, veemenza, si ricordi di fare il cristiano un po’ più spesso.
 
PS: giuro che la notizia da cui è tratta l’immagine l’ho trovata dopo aver buttato giù queste riflessioni. Mi fa piacere che l’idea non sia venuta in mente solo a me.
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